«Da febbraio ad ottobre 2020 le imprese veronesi sono passate dalla fase di difesa delle produzioni e dei posti di lavoro, all’elaborazione di una strategia. Ciò significa che dall’autunno stanno pianificando il futuro». Sandro Bicocchi, direttore Ufficio studi PwC Italia non ha dubbi: mantenere livelli produttivi e posizioni conquistate sul mercato interno e nel mondo, sono le priorità per gli imprenditori scaligeri come ha sostenuto ieri, intervenendo con Alessandra Lanza, senior partner Prometeia nel panel «2020-2021: dati, previsioni e priorità», moderato da Paolo Dal Ben, caposervizio Economia e web del giornale L’Arena.
AZIENDE PIÙ FORTI. Nel 2019 le imprese locali, almeno le più dimensionate, hanno lavorato al progressivo rafforzamento patrimoniale e di struttura. Poi però è arrivato il Covid. «Molto penalizzante per un territorio fortemente vocato all’export, come il Veronese. Diversi mercati di sbocco sono stati chiusi per pandemia, in lockdown più o meno prolungati, che si sono presentati con tempistiche diverse da Paese a Paese, in ondate successive», afferma Lanza. «Ci aspettiamo segnali di ripresa a partire da Asia, Medio Oriente ed Nord Africa, ma anche dagli Usa, destinazione tra le più importanti per la manifattura scaligera, alle prese con una campagna vaccinale condotta in tempi serrati», prosegue.
AGROALIMENTARE. Tuttavia non sarà facile risollevarsi. Nel 2021, secondo l’istituto di ricerca bolognese, non si riusciranno a recuperare i livelli di Pil, consumi ed occupazione persi negli ultimi 12 mesi. Le imprese italiane, pur migliorando le loro performance, non saranno in grado di tornare alla produzione industriale e all’export conseguiti nel 2019. «La provincia ha performato meglio del resto del Paese. Soprattutto l’agroalimentare, con le dovute differenze tra aziende specializzate in produzioni assorbite dalla Gdo e dall’Horeca. Il comparto sarà trainante per il recupero delle esportazioni», sottolinea Lanza. Fatturato (+2,4%), valore aggiunto (+3,1%), produzione industriale (+2,9%) – in campo positivo anche l’anno scorso - ed export (+7,4%) sono tutti previsti quest’anno in crescita per il comparto, le cui vendite oltreconfine nel 2020 hanno toccato il – 11,7%.
INDUSTRIA. La manifattura veronese ha complessivamente perso nel 2020 il -5,5% del fatturato, il -9% del valore aggiunto, il -7% della produzione e il -10,2% delle esportazioni. Quest’anno recupererà il 3,3% dei ricavi, il 7,3% del valore aggiunto, il 6,2% della produzione e il 6,3% dell’export. Male trasporti e logistica, «che ha performato peggio della media Italia e per la quale probabilmente servono investimenti», avverte Lanza.
INDAGINE A OTTOBRE. «Verona può contare su un sistema imprenditoriale resiliente, come dimostrano i risultati di bilancio delle aziende Top, relativi al 2019», assicura Bicocchi, che illustra gli esiti di un’indagine condotta a febbraio ed ottobre 2020 su un campione di aziende nazionali, tra cui anche diverse veronesi. «L’urgenza di febbraio era mettere in sicurezza l’azienda, i lavoratori, riorganizzare gli spazi produttivi e procedere con lo smart working, dove possibile o ripensare gli spazi commerciali per le attività non manifatturiere. Poi abbiamo assistito alla corsa agli strumenti di comunicazione digitale. Molte realtà stanno puntando all’informatizzazione dei processi produttivi», osserva.
COME RIPARTIRE. Si riuscirà ad agganciare la ripartenza? «L’economia veronese è best in class in molti comparti. Vanta una solidissima tradizione di presidio dei mercati internazionali. Nell’export ha pochi rivali. Nel 2021 riuscirà ad andare a prendere la crescita dove c’è. Il Recovey Fund permetterà al sistema locale di percorrere l’ultimo miglio, mettendo a sistema digitalizzazione di processo e prodotto, declinata sui temi della sostenibilità ambientale e climatica. Il territorio è ben posizionato, per attrarre finanzia anche dall’estero nel prossimo decennio», assicura Lanza. Secondo Bicocchi serve però che il nuovo Governo ripristini il clima di fiducia, «riduca il carico burocratico e spinga sulla digitalizzazione. Senza progetti chiari e riforme nel breve periodo, rischiamo di perdere investitori dall’estero», conclude. •