di Alessandra Lanza (Senior partner Prometeia)

Covid, Verona modello di ripresa

Uno studio Prometeia (con dati elaborati da PwC) 18 feb 2021
Andamento settore di sistema Verona Andamento settore di sistema Verona

Il 2020 si ricorderà come «l’anno della pandemia», una vera e propria crisi globale che da sanitaria è diventata economica ed ha messo in secondo piano eventi di per sé fondamentali come il cambio di presidenza negli Stati Uniti o l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. È stata anche una prova di resistenza importante per i territori, che hanno mostrato diversa capacità di reazione e si avviano soprattutto a sperimentare sentieri di ripartenza più articolati. In Italia, l’emergenza Covid irrompe in un momento già non particolarmente vivace per l’economia considerando che tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 il manifatturiero italiano già registrava una fase di debolezza, legata ad un profilo di domanda interna ed estera poco dinamico. L

 

a caduta di domanda indotta dalla pandemia e dalle misure restrittive imposte per il suo contenimento ha portato nel 2020 a un calo del Pil nazionale prossimo al 9%. La dinamica recessiva ha interessato anche il territorio di Verona, che ha mostrato tuttavia una migliore resistenza rispetto al resto del paese. I dati elaborati da Prometeia e Ufficio Studi PwC stimano per il 2020 un calo del Pil della provincia pari al -8,1%, una contrazione quindi più contenuta rispetto a quanto registrato per l’Italia dall’Istat. Anche nella ripartenza le prospettive del territorio appaiono più ottimistiche, con una previsione per il 2021 di +5,7% a fronte di un +4,8% stimato per il paese nel suo complesso.

 

Consumi, e quindi domanda interna, e soprattutto esportazioni hanno contribuito alla migliora tenuta. La provincia di Verona ha mostrato in particolare una minor caduta dei consumi, stimati registrare nell’anno appena trascorso un -10,4% (rispetto al -11,1% per l’Italia) ed esportazioni, che dovrebbero chiudere il 2020 con un -6,7% (rispetto ad oltre il -11%). Con la ripresa delle attività post lockdown e la ripartenza di alcuni mercati importanti per la provincia, già nel terzo trimestre del 2020 l’export evidenzia una chiara ripartenza, a dimostrazione della capacità delle aziende del territorio di presidiare con successo i mercati esteri.

 

Le stesse componenti alimenteranno il rimbalzo del 2021 in particola le esportazioni sono previste crescere del 5,6%. In termini settoriali, la performance del 2020 risulta molto diversificata. In controtendenza rispetto al dato medio, comunque negativo, il settore agroalimentare locale chiude l’anno appena trascorso in positivo, con un aumento che ha interessato fatturato (+1,3%), valore aggiunto (+0,8%) e produzione industriale (+1,1%) delle imprese. Negativo per questo comparto solo la componente esportazioni (-11,7%) penalizzata dal vero e proprio blocco degli scambi a seguito della crisi sanitaria. I cambiamenti nelle abitudini di vita e di acquisto sembrano quindi aver premiato questo settore attraverso la domanda interna.

 

Anche il 2021 è previsto positivo, con un’ulteriore accelerazione del trend di crescita. Per il comparto industriale si stima invece un 2020 complesso, con un calo del -5,5% del fatturato e addirittura del -9,0% per quanto riguarda il valore aggiunto. Per il 2021 è previsto un rimbalzo solo parziale, che non permetterà un pieno recupero dei livelli pre-crisi. Tra i settori industriali, la produzione di autoveicoli e mezzi di trasporto segnerà numeri particolarmente negativi. Nel 2020, si stima una contrazione di oltre il 20% per fatturato, valore aggiunto e produzione industriale, non compensata da un rimbalzo nel 2021 (per il fatturato, si prevede solo un +2,6%).

 

Allo stesso modo, le limitazioni agli spostamenti hanno ovviamente penalizzato fortemente anche i servizi di mobilità e logistica del territorio, per i quali si stima che il calo di fatturato, valore aggiunto e produzione supererà il 15% nel 2020. Tuttavia, per questo settore si prevede una ripresa più significativa nel corso del 2021, con un aumento di fatturato del +12,0%. Si tratta nel complesso di numeri eccezionali, gravi nel descrivere le cadute del 2020, promettenti nell’immaginare una ripartenza certamente possibile, ma ancora piene di incertezze. Potrebbero in realtà rappresentare uno scenario prudente per la ripresa, a condizione che il sentiero di riforme che questa crisi ha reso ancor più indispensabile parta in maniera convincente, duratura e diffusa coinvolgendo insieme le imprese e i vari attori di governo. A questo riguardo, un’occasione unica è offerta dai fondi del programma Next Generation Ue, un piano che potrebbe rappresentare un vero e proprio piano europeo di investimenti oggi necessari per tornare a crescere. 

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